Terremoto, sale la spesa. Serve un altro miliardo

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, lo aveva preannunciato alla Commissione Ue. Al di là della correzione di finanza pubblica, aveva detto, serviranno altri soldi per le prime necessità causate dal terremoto. Così, accanto alla manovra di aggiustamento dei conti che sarà varata entro fine aprile, prende corpo l’ipotesi di costituire un Fondo speciale per la ricostruzione. La dotazione, per ora, sarebbe di un miliardo di euro. In ogni caso sarebbe uno stanziamento aggiuntivo rispetto a quello previsto dalla Legge di Bilancio, e destinato a coprire le spese dell’emergenza e della riattivazione delle prime strutture pubbliche.

Secondo quanto spiegano fonti del Ministero, i fondi sono “una tantum”, e sarebbero considerati dalla Commissione Ue come una spesa “eccezionale”. Non impatterebbero, cioè, sul deficit pubblico di fondo, perché non si tratta di spess strutturale, ricorrente. Il Fondo terremoto dovrebbe essere costituito con un decreto, lo stesso col quale il Governo potrebbe procedere anche al varo di nuove misure per favorire la crescita delle imprese.

In bilancio 3,5 miliardi

Nel bilancio dello Stato, per il 2017, ci sono attualmente circa 3,5 miliardi di euro per coprire le spese del sisma, 400 milioni dei quali a servizio della ricostruzione privata. Tra le misure che potrebbero essere introdotte per finanziare il Fondo terremoto resta in piedi l’ipotesi di un aumento delle accise sui carburanti.

Sgravi fiscali ancora al palo

Tramontata l’ipotesi di creare nel cratere una “zona franca”, si attendono ancora le misure di agevolazione fiscale annunciate dall’esecutivo e dal commissario Errani, ma mai arrivate. Lo strumento per introdurle doveva essere il terzo decreto sul terremoto, che è già passato all’esame di un ramo del Parlamento.

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