Accessi in zona rossa, ecco la circolare. Il ruolo dei Vigili, le imprese per i traslochi

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Arriva qualche notizia anche per i proprietari degli immobili nelle zone rosse, finora dimenticati. La Protezione Civile ha emanato un provvedimento che disciplina l’accesso alle aree vietate da parte dei cittadini per il recupero di documenti, effetti personali e valori, attraverso i Vigili del Fuoco, e delle imprese incaricate di mettere in sicurezza, demolire o svuotare gli edifici danneggiati.

L’accesso dei privati per il recupero di “effetti personali, documenti e dati irripetibili, valori”, e “per altre motivazioni che dovranno essere attentamente valutate”, deve essere chiesto al punto di contatto dei Vigili del Fuoco, che farà le valutazioni del caso e si occuperà di accompagnare i cittadini.

Per puntellare, ridurre il rischio di crolli o recuperare altri beni nelle case è invece confermata la necessità di procedere attraverso una ditta, che presenterà la richiesta al Comune (alcuni di questi hanno già definito le procedure e i moduli). Escluso dunque il recupero dei mobili fai-da-te, in economia. La legge sul terremoto, però, prevede espressamente il rimborso delle spese per i traslochi e la custodia dei beni, anche se finora nessuno ha dato disposizioni su come dare attuazione alla norma. Insieme alla Circolare la Protezione Civile ha pubblicato uno schema grafico dell’iter che devono seguire tutte le domande di accesso alle zone interdette.

Il Piano di Sicurezza

Per quanto riguarda le richieste delle imprese, “in linea generale le motivazioni sono date per ammissibili – c’è scritto nella Circolare – laddove trattasi di ditte che richiedono l’accesso per effettuare lavori di demolizione o di messa in sicurezza di edifici o di rimozione delle macerie o di bonifica di amianto. Analogamente se trattasi di impresa chiamata a svolgere un servizio su richiesta del cittadino (ad es. trasloco di mobilia). In tutti questi casi occorre da parte dell’impresa un’analisi dei rischi per la definizione di specifiche misure di prevenzione e di protezione. L’analisi deve comprendere anche la fase di accesso e la fase di pre-cantierizzazione. Per i cantieri da impiantare, la ditta è tenuta alla predisposizione del Piano di Sicurezza e Coordinamento, per descrivere le fasi operative che verranno svolte nel cantiere, individuare quelle critiche e quindi prescrivere tutte le azioni atte a prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori. La ditta è direttamente responsabile delle condizioni di sicurezza nell’ambito delle attività previste all’interno delle zone rosse”.

Chi altro può entrare

La circolare prevede che possano chiedere di accedere in zona rossa altri soggetti, oltre ai proprietari delle case e alle loro imprese, “per motivi istituzionali (come le delegazioni di autorità), tecnico-amministrativi (ad esempio agibilitatori), scientifici (ricercatori) o divulgativi (i media). In questo caso l’Ente o l’Organismo che richiede di poter entrare in area interdetta si rivolge al Comune per richiedere l’accreditamento. Se non si tratta di personale con competenze tecniche che può essere autorizzato all’ingresso senza essere accompagnato (come un professionista con competenze in materia di valutazione di strutture, tecnico agibilitatore, docente universitario o ricercatore), sono coinvolti anche i Vigili del fuoco per la valutazione della possibilità di accesso e l’accompagnamento. (m.sen.)

Autore: Mario Sensini